
Padmasana, ovvero posizione del loto (fiore di loto), è un’asana di Hatha yoga.
Il fiore di loto è considerato, nella tradizione induista e buddista, un fiore sacro. Rappresenta la purezza in quanto i suoi petali non assorbono l’acqua, ma solo la luce del sole e rappresenta per questo il percorso dell’essere umano verso l’illuminazione.
Per questo motivo è legato, secondo alcune tradizioni, alla figura stessa del Buddha. Nello yoga questo fiore rappresenta il percorso del praticante. Il fiore affonda le sue radici nella melma, nell’acqua anche sporca e stagnante.
Secondo il percorso del praticante yoga, il primo scoglio da affrontare per iniziare il proprio percorso è eliminare le impurità in cui affonda il suo vissuto, atteggiamenti, abitudini, attaccamenti alla materia che impediscono all’anima di evolvere.
Il praticante però, così come il fiore di loto, inizia il suo percorso seguendo la via dell’illuminazione, così come il loto, con il suo stelo che segue e ricerca la luce aldilà dell’acqua.
Cosa permette al praticante di perseguire il cammino verso il sé e lasciarsi alle spalle tutti i condizionamenti legati alla sua vita materiale? Cosa permette al praticante di raggiungere la luce del sole, come fa il loto con il suo stelo?
L’ottuplice sentiero dello yoga, conosciuto come Ashtanga yoga (da non confondere con la pratica dell’Ashtanga Vinyasa) che permette a colui che pratica yoga di arrivare alla piena unione con il suo vero sé incondizionato e puro, attraverso questi otto gradini da “percorrere” per purificare la propria anima, tra cui asana e pranayama.
La posizione del loto è una delle posizioni da meditazione più importanti quanto difficili da “prendere”.
Mille i problemi che riscontriamo in questa posizione: dolore alle ginocchia, dolore al collo del piede, oppure il classico “ginocchio in bocca” a causa delle anche chiuse. (Leggi anche: Dolore durante la pratica delle asana: cosa fare?)
Le anche stesse in psicosomatica hanno un significato ben preciso e profondo, spesso sono legate a ciò che custodiscono, il nostro collegamento con il grembo materno, con la nostra nascita, con le memorie e i traumi più ancestrali, con la figura materna. Spesso si trovano riferimenti che ci dicono che le difficoltà che riscontriamo nelle posizioni di apertura delle anche sono legati addirittura a memorie non nostre, ma dei nostri avi.
Indice
Padmasana e la genetica
Ovviamente conta molto anche la nostra genetica. Le popolazioni occidentali hanno come caratteristica fisica le anche più chiuse e storicamente hanno sicuramente maggiore difficoltà a stare in queste posizioni, dato anche dallo sviluppo anatomico della popolazione e del continente in cui viviamo.
Ben diversa è la storia dei popoli orientali, abituati da secoli ad assumere queste posizioni (pensiamo anche solo al fatto che sono abituati a mangiare stando seduti per terra e già questo facilità l’apertura delle anche rispetto a chi, da secoli, adotta posizioni sedute su sedie, poltrone, divani, auto, etc.)
Possiamo intervenire su queste difficoltà?
Ovviamente sì, con molta pazienza, molto tempo e sicuramente tanta accettazione dei propri limiti, accettando anche una eventuale sconfitta parziale …magari chi ha le anche molto chiuse e inizia l’attività dello yoga ad una certa età dovrà accettare e accontentarsi di riuscire a “prendere” la positività del mezzo loto. Lo yoga è anche (e sopratutto) questo, riconoscere i propri limiti come parte di sé.
Padmasana è una posizione da qui ne originano molte altre. Per chi riesce a prendere agevolmente il loto senza mani, sarà possibile pensare di adottarlo anche in verticale (ma solo per i praticanti più esperti e avanzati).
Esiste una pratica che può accompagnarci in questo cammino?
Ne esistono moltissime. Una che può aiutarci a lavorare sulle articolazioni è entrare nelle seguenti posizioni in modalità yin yoga, tenendo ogni singola posizione per diversi minuti, utilizzando tutti i supporti (cuscini, cinghie, mattoncini, palline, etc.) che possano aiutarci a rilassare il corpo e permettere alle anche di aprirsi gradualmente.

Padmasana: i benefici
- migliora la digestione;
- rilassa le tensioni muscolari;
- rilassa le tensioni legate al ciclo mestruale;
- facilita la meditazione;
- contribuisce all’apertura delle anche;
- facilita l’allungamento della colonna vertebrale;
- aumenta la flessibilità di articolazioni e legamenti;
- calma la mente.
Posizioni consigliate per apertura delle anche
Quali sono le posizioni consigliate per adattare lentamente le anche all’apertura?
Partendo da paschimottanasana per permettere alla colonna vertebrale di allungarsi, ecco quelle più semplici da poter assumere a terra e in modalità Yin.
Per ogni posizione importante ricordare di mantenerla per un tempo che varia dai tre ai cinque minuti, sempre prestando molta attenzione a ciò che ci trasmette il corpo ed evitando accuratamente di insistere laddove si presentano dei dolori, particolarmente nei dolori articolari.
Un esempio di pratica per aprire le anche può essere questa:
- Sukhasana

- Janu sirsasana
- Ardha baddha padma paschimottanasana
- Baddha Konasana
- Ardha ananda balasana
- Ardha upavishta konasana
- Upavishta konasana con extra rotazione del femore
- Ardha padmasana
- Padmasana
Anche la posizione dell’albero in piedi (vriskhasana) ci aiuta nell’apertura delle anche, ma questo è un altro capitolo dove la pratica è attiva!
Con disciplina, amore e costanza nella pratica sarà possibile ottenere ottimi risultati ricordando sempre che questi non arrivano in un giorno e che è proprio la pratica costante, amorevole e compassionevole a dare i dovuti frutti!
Letture consigliate
Apertura delle anche e dei piegamenti in avanti di Ray Long.

Tre risorse interessanti per te
Asana yoga: benefici e precauzioni da adottare nella pratica
Guida illustrata a tutti gli asana
Gli asana considerati più difficili
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