
Dei benefici dello yoga ne parliamo spesso. Di come sia efficace contro il mal di schiena, contro l’insonnia e contro il mal di testa.
Si tratta di una pratica “globale” poiché opera sia sul piano fisico, sia su quello mentale, sia su quello spirituale: si basa sul principio che le diverse dimensioni che formano l’essere umano sono strettamente connesse tra loro.
Lo yoga è terapeutico perché attraverso la sua pratica è possibile influenzare in modo positivo la propria vita, raggiungendo migliori condizioni psico-fisiche. Ma cosa si intende per yoga-terapia? In questo articolo cerchiamo di rispondere a questa domanda approfondendo il concetto di yoga terapeutico: come si fa e a cosa serve.
Indice
Yoga terapeutico, di cosa si tratta?
Si parla di yoga terapeutico dagli ultimi decenni del XX secolo, da quando sono state condotte numerose ricerche, soprattutto in alcuni istituti clinici statunitensi: i risultati di questi studi hanno dimostrato – come ormai è più che noto e risaputo – che le pratiche yoga sono effettivamente in grado di aiutare persone malate e sofferenti.
Questa millenaria disciplina è stata ufficialmente inserita tra le “Body-Mind Techniques” ed è ormai considerata a tutti gli effetti una tecnica terapeutica complementare, seppur non sostitutiva, a quelle medico-farmacologiche.
A cosa serve lo yoga terapeutico
Lo yoga non è, quindi, solo una disciplina meditativa statica, come spesso crede chi non lo ha mai praticato. Lo yoga possiede anche un grande potenziale come pratica fisica che aiuta a prevenire gli infortuni e accelera il recupero fisico degli atleti in caso di stop forzato.
Ecco i principali benefici:
- Aumento della flessibilità: lo yoga migliora la mobilità articolare e l’elasticità dei muscoli, rendendo più agevoli e fluidi i movimenti.
- Sviluppo della forza: la pratica aiuta a rinforzare le fibre muscolari e contribuisce a mantenere attivi e tonici i muscoli.
- Miglioramento dell’agilità: lo yoga lavora in modo specifico sul senso di equilibrio, ossia sulla capacità di percepire il proprio corpo in relazione allo spazio, e ciò permette di migliorare l’agilità fisica generale.
- Rinforzo del sistema nervoso autonomo: attraverso la buona gestione sia del sistema simpatico sia del sistema parasimpatico si favorisce una buona gestione delle emozioni e dello stress causato dall’immobilità e da senso di impotenza.
E ancora:
- Miglioramento della circolazione linfatica: la stimolazione del sistema linfatico permette di disintossicare più velocemente i tessuti muscolari, eliminando le tossine in eccesso e favorendo un recupero più veloce.
- Miglioramento della circolazione sanguigna: la corretta pratica yoga apporta un beneficio immediato sulla circolazione del sangue e consente di mantenere in salute gli organi interni e le ghiandole.
- Concentrazione: gli esercizi di respirazione – pranayama – consentono di raggiungere un miglior livello di concentrazione, di lucidità, di equilibrio interiore; aiutano, inoltre, a migliorare la forza di volontà e la determinazione.
Come si pratica lo yoga terapeutico
Quando si pratica lo yoga terapeutico:
- i movimenti devono essere lenti e molto controllati
- la posizione deve essere mantenuta per breve tempo
- il ritorno alla posizione di partenza deve essere eseguito concentrando l’attenzione sulla corretta postura.
Di primaria importanza rivolgersi a un insegnante che abbia conseguito un’adeguata formazione in yoga terapeutico, affinché sia in grado di illustrare in modo corretto come devono essere modificati gli asana, in base alle condizioni di salute del praticante.
Un insegnante qualificato spiegherà anche come eseguire le posizioni per ridurre il dolore e come poter attuare un recupero più veloce della parte del corpo che è stata lesa.
Quali sono gli asana per accelerare il recupero fisico?
Nell’articolo sullo yoga terapeutico per recuperare dopo un incidente sportivo abbiamo mostrato dettagliatamente gli asana da eseguire. Li ricapitoliamo brevemente:
- Paschimottanasana (il piegamento in avanti seduto)
- Anjaneyasana (la posizione di affondo basso)
Bhujangasana
Balasana Savasana
Praticare yoga se hai problemi alle ginocchia
Passiamo ora a un esempio concreto: in un altro articolo abbiamo già parlato dettagliatamente di come praticare yoga se si hanno problemi alle ginocchia; qui ricapitoliamo brevemente perché tale pratica può portare benefici.
Praticando alcune posizioni specifiche, infatti, è possibile rinforzare, allungare e migliorare la flessibilità di tutti i muscoli che contribuiscono al corretto funzionamento del ginocchio, quali i quadricipiti, lo psoas e i muscoli posteriori della coscia.
La pratica degli asana contribuisce a mantenere le articolazioni lubrificate, a incrementare la circolazione sanguigna (incrementando pertanto l’apporto di ossigeno alle ossa, ai muscoli e ai tessuti) a rinforzare e allungare legamenti e muscoli (e in tal caso la rotula rimane nel suo asse, scivola senza sforzo e la cartilagine non viene consumata).
Quindi, con i dovuti accorgimenti, praticare yoga se si hanno problemi alle ginocchia, non è solo possibile, ma anche consigliato. Chiaramente è fondamentale non forzarsi mai e seguire le preziosi indicazioni di un esperto.
I nostri consigli
Dopo aver illustrato tutti i dettagli sullo yoga terapeutico, eccoci ora a darti due consigli pratici.
Il primo, che abbiamo già detto sopra e che ripetiamo spesso negli articoli del nostro blog, è quello di affidarti sempre a insegnanti qualificati, in grado di capire e indirizzare i propri allievi, regolare lo sforzo e trovare una variante diversa per ciascun praticante. E noi di EventiYoga, nella sezione Insegnanti, mettiamo a disposizione un elenco costantemente aggiornato di docenti preparati, attivi su tutto il territorio nazionale.
Il secondo consiglio è quello di informarsi sempre su ciò che si vuole fare. Non necessariamente per diventare un grande esperto, ma per agire con consapevolezza, che poi, come ben sappiamo, è uno dei grandi insegnamenti dello yoga. Conoscere è vitale e necessario, e porta a nuova conoscenza: è un processo infinito, che fa crescere di continuo, dentro e fuori.
Nel caso specifico, ti consigliamo di leggere “Yoga terapeutico. Anatomia completa delle posizioni” di Ray Long con le illustrazioni di Chris Macivor, disponibile anche su Amazon. Si tratta di un’interessante guida scientifica e illustrata sui benefici dell’Hatha Yoga con un focus sulla biomeccanica del corpo, sulla fisiologia delle varie posizioni e sulla neurofisiologia psicosomatica. Il libro illustra i vari muscoli che possono essere attivati o rilassati per approfondire e migliorare gli asana.

Ascoltati sempre!
Non lo abbiamo annoverato tra i consigli appena elencati ma lo riteniamo addirittura “il” consiglio per antonomasia, presupposto fondamentale della pratica yoga: ci riferiamo all’ascolto del proprio corpo. Ascolto che porta a una maggiore conoscenza e consapevolezza di sé.
Una volta assimilato questo concetto e superata la voglia di essere performante a tutti i costi, si può davvero vivere lo yoga come “medicina” per il fisico, per la mente e per lo spirito.
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Yoga posturale: cos’è, come funziona, a chi è adatto
Yoga in acqua: cos’è, come funziona, a chi è adatto
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Daniela Stasi
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